Romania medievale

Regioni storiche della Romania

Sfuggendo alla tradizionale classificazione dell'età di mezzo come periodo storico compreso tra il 476 e il 1492, il Medioevo in Romania iniziò con il ritiro dell'esercito romano e delle amministrazione dalla Dacia provincia negli anni 270 e terminò con la dipartita dell'influente sovrano Stefano III di Moldavia nel 1504. Nell'arco temporale oggetto d'esame si susseguì una lunga, variegata e tumultuosa serie di popoli, la maggior parte dei quali controllava solo due o tre delle quasi dieci regioni storiche che oggi formano la Romania. Nella tarda antichità, la società e la cultura subirono cambiamenti fondamentali: gran parte della popolazione si spostò in Dacia nei latifondi fortificati dei signori locali, molto più sicuri rispetto alle città ridotte in degrado dopo il ritiro romano. La Scizia Minore, l'altra provincia romana situata nel territorio dell'attuale Romania, seguì lo stesso processo 400 anni dopo. Le trasformazioni si fecero sentire anche a livello socio-culturale: i recipienti sottili ed elaborati realizzati sui torni da vasaio scomparvero e la ceramica fatta a mano divenne dominante a partire dal 450, mentre i riti di sepoltura cambiarono più di una volta dalla cremazione all'inumazione e viceversa, fino a quando la prima divenne dominante entro la fine del X secolo.

I Germani dell'est, nello specifico i Goti e i Gepidi, i quali avevano adottato uno stile di vita sedentario, furono i primi nuovi arrivati dopo l'abbandono delle terre ad opera dei romani. I Goti dominarono la Moldavia e la Valacchia dagli anni 290, così come parti della Transilvania dagli anni 330. Il loro potere crollò sotto gli attacchi dei nomadi unni nel 376; insediatisi in Europa orientale e centrale dal 400 circa, la loro unione si disintegrò nel 454. Da allora in poi, le regioni ad ovest dei Carpazi (Banato, Crișana e Transilvania) e l'Oltenia rimasero sotto il dominio dei Gepidi. Nel giro di un centennio, le terre a est delle montagne assursero a importanti centri di riferimento degli Anti e degli Sclaveni; gli idronimi e i toponimi di origine slava dimostrano altresì la presenza dei Protoslavi nelle regioni a ovest dei Carpazi.

Gli Avari, una popolazione nomade di lingua turcica, sottomise i gepidi nel 568 e dominò la pianura pannonica fino all'800 circa. Nel frattempo, i bulgari avevano già stabilito un potente impero nel 670 che includeva la Dobrugia e altri territori lungo il Basso Danubio: la Bulgaria adottò ufficialmente la variante ortodossa del cristianesimo nell'864. Un conflitto armato scoppiato tra il Primo impero e i nomadi ungari costrinse i secondi a partire dalle steppe pontiche e diede il via, intorno all'895, alla conquista del bacino dei Carpazi. La descrizione del loro processo di occupazione è compiuta dalle Gesta Hungarorum, redatte comunque qualche secolo dopo, ma l'opera risulta importante per gli storici rumeni in quanto compie il primo riferimento a terre governate da un duca di etnia rumena, tale Gelou. La stessa fonte menziona pure la presenza dei Siculi, in Crişana, intorno all'895. I primi riferimenti medievali nelle regioni che ora formano la Romania al popolo rumeno, un tempo conosciuti come valacco, risale ai secoli XII e XIII. Da quel momento, i riferimenti ai Valacchi si fanno più comuni, e permettono di comprendere che essi si erano concentrati a sud del Basso Danubio.

Il Banato, la Crişana e la Transilvania finirono accorpati al Regno d'Ungheria nell'XI secolo: queste regioni furono oggetto di intendi saccheggi da parte dei nomadi Peceneghi e Cumani, i quali dominavano le pianure a est delle montagne. I monarchi ungheresi incoraggiarono l'immigrazione di coloni dall'Europa occidentale in Transilvania a partire dal 1150. I discendenti di coloro che giunsero, conosciuti come sassoni di Transilvania dall'inizio del Duecento, ricevettero dei privilegi collettivi nel 1224. A causa dell'insediamento dei sassoni nei territori che prima occupavano, i siculi furono trasferiti nelle zone più orientali del regno. L'emergere dell'impero mongolo nelle steppe eurasiatiche nei primi decenni del XIII secolo ebbe effetti duraturi sulla storia della regione. I mongoli soggiogarono i Cumani nel 1230 e distrussero molti insediamenti in tutto il Regno d'Ungheria nel 1241 e nel 1242, costituendo una tappa significativa nella storia rumena.

Dopo tale parentesi storica, vide la luce tra i Carpazi e il Danubio inferiore la Valacchia, il primo Stato medievale indipendente, istituito da Basarab I (1310 circa-1352). Questi mise fine alla sovranità del re ungherese con la sua vittoria nella battaglia di Posada, nel 1330. L'indipendenza della Moldavia, a est dei Carpazi, la raggiunse invece da Bogdan I (1359-1365), un nobile di Maramureș che guidò una rivolta contro il vecchio sovrano nominato dal monarca magiaro. L'indipendenza dei due principati, tuttavia, appariva difficile da preservare e il vassallaggio assunse un ruolo predominante nella politica dacia. Sebbene la Valacchia avesse reso omaggio all'impero ottomano dal 1417 e alla Moldavia dal 1456, i due rispettivi monarchi medievali, Mircea il Vecchio (1386-1418) e Ștefan III cel Mare (1457-1504) condussero comunque operazioni militari contro i turchi, terminate tra l'altro spesso con delle vittorie. A livello economico, il commercio dei due principati con altre mete europee iniziò a diminuire dopo gli ultimi decenni del XV secolo: prima di tale momento storico, la vendita di pellame, grano, miele e cera al Sacro Romano Impero, Venezia e alla Polonia, così come l'importazione di seta, armi e altri manufatti di queste aree erano invece molto diffusi.

Nelle terre sottoposte alla corona ungherese, si assistette, nei secoli finali del Medioevo, ad una serie di cambiamenti. Si verificò in primis una frammentazione religiosa dei contadini rumeni, con quelli di fede ortodossa esenti dalla decima, una tassa ecclesiastica imposta invece a tutti i cittadini cattolici. In campo politico, gli aristocratici rumeni persero lentamente la capacità di partecipare alle scelte decisionali, poiché i monarchi del XIV secolo iniziarono ad agire in una zelante ottica filo-cattolica. La loro posizione peggiorò ulteriormente dopo il 1437, quando fu formata la cosiddetta Unione delle tre nazioni (Unio Trium Nationum), un'alleanza dei nobili ungheresi, siculi e sassoni, per reprimere la grande rivolta transilvana di Bobâlna. Stefano III di Moldavia, detto il Grande, garantì una maggiore stabilità e fece vivere una grande stagione storica alle terre sottoposte al suo dominio fino alla sua morte, avvenuta nel 1504. A seguito di tale evento, la Romania odierna visse anni incerti, alternati da quiete e conflitti, fino alla soppressione delle entità indipendenti o semi-indipendenti esistenti ad opera degli ottomani tra 1529 e 1530.


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